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Quando tutta la comunità vide che Aronne era morto, tutta la casa d'Israele lo pianse per trenta giorni. (Numeri 20, 29)
Appena l'angelo del Signore disse queste parole a tutti gli Israeliti, il popolo alzò la voce e pianse. (Giudici 2, 4)
Egli le rispose: «Và!», e la lasciò andare per due mesi. Essa se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. (Giudici 11, 38)
Essa gli pianse attorno, durante i sette giorni del banchetto; il settimo giorno Sansone glielo spiegò, perché lo tormentava, ed essa spiegò l'indovinello ai figli del suo popolo. (Giudici 14, 17)
I messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole davanti al popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse. (Samuele 1 11, 4)
Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «E' questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. (Samuele 1 24, 17)
Samuele morì, e tutto Israele si radunò e lo pianse. Lo seppellirono presso la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese al deserto di Paran. (Samuele 1 25, 1)
Seppellirono Abner in Ebron e il re levò la sua voce e pianse davanti al sepolcro di Abner; pianse tutto il popolo. (Samuele 2 3, 32)
Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva in lacrime: «Figlio mio! Assalonne figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». (Samuele 2 19, 1)
Il loro padre Efraim li pianse per molti giorni e i suoi fratelli vennero per consolarlo. (Cronache 1 7, 22)
In quel giorno dunque essa soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l'intenzione di impiccarsi. Ma tornando a riflettere pensava: «Che non abbiano ad insultare mio padre e non gli dicano: La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure. Così farei precipitare la vecchiaia di mio padre con angoscia negli inferi. Farò meglio a non impiccarmi e a supplicare il Signore che mi sia concesso di morire, in modo da non sentire più insulti nella mia vita». (Tobi 3, 10)
Raguele allora balzò in piedi, l'abbracciò e pianse. Poi gli disse: «Sii benedetto, figliolo! Sei il figlio di un ottimo padre. Che sventura per un uomo giusto e largo di elemosine essere diventato cieco!». Si gettò al collo del parente Tobia e pianse. (Tobi 7, 6)