Giobbe, 17
2. Non sono io circondato da beffardi? Nelle amarezze passa le notti il mio occhio.
2. Non sono io circondato da beffardi? Nelle amarezze passa le notti il mio occhio.
Nel capitolo 17 del lavoro, il protagonista continua a piangere la sua difficile situazione e la mancanza di speranza che sente per il futuro. Si sente disprezzato dai suoi amici e abbandonato da Dio. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati in questo capitolo:
Salmo 88:8: "Ho spinto i miei conoscenti dagli occhi; mi sono fatto orrore per loro. Sono chiuso e non posso andarmene." Questo verso ritrae la solitudine che Giobbe sente e come si è allontanato dai suoi conoscenti a causa della sofferenza che sta attraversando.
Isaia 53:3: "Era disprezzato, e il più respinto tra gli uomini, un uomo di dolore e sperimentato nel lavoro; e, come uno dei quali gli uomini si nascondevano il viso, era disprezzato e non lo facevamo affatto. " Questo versetto parla di come il lavoro si sente disprezzato e respinto dai suoi amici e persino da Dio.
Salmo 88:15: "Sono angosciato e sta per morire dalla mia giovinezza; mi porto in giro i terrori che ho provocato e sono completamente disperato." Questo verso descrive la condizione disperata di Giobbe, che sente che ha portato il peso della sofferenza dalla sua giovinezza.
Lamentations 3:18: "E ha detto, la mia forza e la mia speranza sono state consumate nel Signore." Giobbe sente di aver perso tutta la sua forza e la sua speranza, specialmente in relazione a Dio, e che non ha altro da aggrapparsi.
Salmo 22:14: "Sono versato come acqua e tutte le mie ossa sono angosciate; il mio cuore è come la cera, sciolto nel mezzo delle mie viscere." Questo verso illustra la debolezza fisica ed emotiva che il lavoro sente, confrontandolo con l'acqua e la cera fusa.
“Tente percorrer com toda a simplicidade o caminho de Nosso Senhor e não se aflija inutilmente.” São Padre Pio de Pietrelcina