Cronache 1, 7
26. di cui fu figlio Laadan, di cui fu figlio Amiud, di cui fu figlio Elisama,
26. di cui fu figlio Laadan, di cui fu figlio Amiud, di cui fu figlio Elisama,
1 Chronicles 7 è un capitolo che parla delle famiglie di Isacar, Benjamin e Naphtali, che descrivono i loro discendenti e le loro terre. Alcuni argomenti trattati sono l'importanza delle genealogie, la divisione di terra tra le tribù di Israele e la prosperità della nazione.
Numeri 26:23-25: "I discendenti di Isacar secondo le loro famiglie: sciocco, la famiglia dei Tolaniti; di Puá, la famiglia delle puatite; Sinromiti. " Questo verso menziona la tribù Issacar, che è una delle tribù affrontate in 1 Cronache 7 e i cui discendenti sono elencati nel capitolo.
Giosuè 19:32-39: "Il sesto lotto venne fuori ai clan dei figli di Naphtali (...) Cislon, Hamá, Quitz, corse, ventitre città con i loro villaggi." Questo versetto parla delle terre che sono state assegnate alla tribù naftile, un'altra tribù menzionata in 1 Cronache 7.
Giosuè 18:21-28: "La nona lotto è uscita alle tribù dei figli di Benjamin (...) Gibeá, Ramá, Berote, ventità con i loro villaggi". Questo verso menziona le terre che sono state assegnate alla tribù di Benjamin, che è anche affrontata in 1 Cronache 7.
1 Cronache 7:23: "C'erano molti figli di Naphtali che erano nati a quei tempi, c'erano sette figli, i più piccoli, Jael, divennero i più famosi tra tutti". Questo verso parla della grande quantità di bambini nati dalla tribù di Naphtali e mette in evidenza Jael come il più famoso di loro.
1 Cronache 7:40: "Tutti questi erano discendenti di Aser, capi di famiglia, uomini coraggiosi, principi. Furono registrati secondo le loro genealogie per il servizio militare: 26.000 uomini." Questo verso menziona la tribù di Aser e dei suoi discendenti, che erano uomini coraggiosi e adatti al servizio militare, e evidenzia anche l'importanza delle genealogie nell'organizzazione della nazione di Israele.
“Se precisamos ter paciência para suportar os defeitos dos outros, quanto mais ainda precisamos para tolerar nossos próprios defeitos!” São Padre Pio de Pietrelcina
