Numeri, 29
34. un capro per il sacrificio espiatorio, oltre all'olocausto perenne, la sua offerta e la sua libazione.
34. un capro per il sacrificio espiatorio, oltre all'olocausto perenne, la sua offerta e la sua libazione.
Numeri Il capitolo 29 presenta le istruzioni per le celebrazioni dei festival religiosi durante il settimo mese del calendario ebraico. Queste celebrazioni includono il giorno dell'espiazione e la festa dei tabernacoli. Di seguito sono riportati cinque versi relativi a questi temi:
Levitico 23:27 - "Ma il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell'espiazione. Avrai la santa chiamata, affliggerai le tue anime e offrirai un'offerta bruciata al Signore." Questo verso si riferisce alla celebrazione del giorno dell'espiazione menzionata in Numeri 29, in cui un rituale di espiazione è prescritto dai peccati del popolo.
Levitico 23:34 - "Parla ai figli di Israele, dicendo: i quindici giorni di questo settimo mese saranno la festa del Signore per sette giorni." Questo verso si riferisce alla celebrazione della festa tabernacolare, uno dei festival religiosi menzionati nei numeri 29.
Levitico 23:37 - "Queste sono le solennità del Signore, che chiameranno le sacre assemblee per offrire all'offerta bruciata del Signore, offerta bruciata e offerta di cereali, sacrificio e libagione, ognuno ai suoi stessi tempi." Questo verso rafforza l'importanza delle celebrazioni religiose prescritte da Dio ed evidenzia la necessità di offrire offerte adeguate.
Levitico 23:39 - "Ma i quindici giorni del settimo mese, quando il prodotto della terra è stato raccolto, celebrerai la festa del Signore per sette giorni; il primo giorno ci sarà riposo e l'ottavo giorno ci sarà riposo. " Questo verso ribadisce le istruzioni sulla celebrazione della festa del tabernacolo, menzionate nei numeri 29.
Neemia 8:18 - "Anche giorno dopo giorno, dal primo all'ultimo giorno, Ezra ha letto nel libro della legge di Dio. Hanno celebrato la festa per sette giorni e l'ottavo giorno c'è stata una solennità, secondo il rituale. " Questo verso descrive una celebrazione della festa dei tabernacoli dopo l'esilio a Babilonia, mostrando la continuità della tradizione anche dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme.
“Desapegue-se daquilo que não é de Deus e não leva a Deus”. São Padre Pio de Pietrelcina
