Giobbe, 40

La Sacra Bibbia (Versione CEI 1974)

1 Il Signore riprese e disse a Giobbe:

2 Il censore vorrà ancora contendere con l'Onnipotente? L'accusatore di Dio risponda!

3 Giobbe rivolto al Signore disse:

4 Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca.

5 Ho parlato una volta, ma non replicherò. ho parlato due volte, ma non continuerò.

6 Allora il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine e disse:

7 Cingiti i fianchi come un prode: io t'interrogherò e tu mi istruirai.

8 Oseresti proprio cancellare il mio giudizio e farmi torto per avere tu ragione?

9 Hai tu un braccio come quello di Dio e puoi tuonare con voce pari alla sua?

10 Ornati pure di maestà e di sublimità, rivestiti di splendore e di gloria;

11 diffondi i furori della tua collera, mira ogni superbo e abbattilo,

12 mira ogni superbo e umilialo, schiaccia i malvagi ovunque si trovino;

13 nascondili nella polvere tutti insieme, rinchiudili nella polvere tutti insieme,

14 anch'io ti loderò, perché hai trionfato con la destra.

15 Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te, mangia l'erba come il bue.

16 Guarda, la sua forza è nei fianchi e il suo vigore nel ventre.

17 Rizza la coda come un cedro, i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,

18 le sue vertebre, tubi di bronzo, le sue ossa come spranghe di ferro.

19 Esso è la prima delle opere di Dio; il suo creatore lo ha fornito di difesa.

20 I monti gli offrono i loro prodotti e là tutte le bestie della campagna si trastullano.

21 Sotto le piante di loto si sdraia, nel folto del canneto della palude.

22 Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici, lo circondano i salici del torrente.

23 Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema, è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.

24 Chi potrà afferarlo per gli occhi, prenderlo con lacci e forargli le narici?

25 Puoi tu pescare il Leviatan con l'amo e tener ferma la sua lingua con una corda,

26 ficcargli un giunco nelle narici e forargli la mascella con un uncino?

27 Ti farà forse molte suppliche e ti rivolgerà dolci parole?

28 Stipulerà forse con te un'alleanza, perché tu lo prenda come servo per sempre?

29 Scherzerai con lui come un passero, legandolo per le tue fanciulle?

30 Lo metteranno in vendita le compagnie di pesca, se lo divideranno i commercianti?

31 Crivellerai di dardi la sua pelle e con la fiocina la sua testa?

32 Metti su di lui la mano: al ricordo della lotta, non rimproverai!




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Nel capitolo del lavoro, Dio continua a parlare al lavoro, mettendo in discussione la sua saggezza e il suo potere rispetto a Dio stesso. Pone una serie di domande retoriche per mostrare a Giobbe la propria insignificanza nei confronti del Creatore. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati in questo capitolo:

Salmi 50:10-11: "Perché ogni animale della foresta è mio e gli animali alle migliaia delle montagne. Conosco tutti gli uccelli delle colline; e tutto ciò che si muove sul campo è mio." Questo verso mostra il potere di Dio su tutto l'allevamento, compresi animali, montagne e campi, evidenziando la superiorità divina rispetto all'allevamento.

Isaia 55:8-9: "Perché i miei pensieri non sono i tuoi pensieri, né i tuoi modi sono i miei modi, dice il Signore. Perché, proprio come i cieli sono più alti della terra, così sono i miei modi più alti dei tuoi modi, e i miei pensieri più in alto dei tuoi pensieri. " Questo verso evidenzia la differenza tra saggezza e potere di Dio e la limitazione umana per capirli.

Giobbe 38:4-5: "Dov'eri quando ho fondato la Terra? So se hai intelligenza. Chi gli ha messo le misure, se lo sai? O chi ha esteso la corda su di essa?"

Salmo 139:1-2: "Signore, mi hai sondato e conosci. Questo verso enfatizza la conoscenza di Dio della vita e dei pensieri umani.

Isaia 45:9: "Guai a colui che contiene con il suo Creatore! Il frammento tra gli altri frammenti di argilla! Forse, dirà l'argilla a ciò che la forma: cosa fai? O: il tuo lavoro non ha alcuna maniglia." Questo verso mette in evidenza la mancanza di saggezza nel combattere la volontà di Dio e opporsi al suo lavoro.


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