Talált 147 Eredmények: morì

  • Allora l'ira del Signore s'infiammò contro Uzza e lo colpì, perché aveva steso la sua mano sull'arca. Egli morì lì, al cospetto di Dio. (Cronache 1 13, 10)

  • Dopo ciò morì Nacas, re degli Ammoniti, ed al suo posto divenne re suo figlio. (Cronache 1 19, 1)

  • Eleazaro morì senza figli, avendo soltanto figlie; le sposarono i figli di Kis, loro fratelli. (Cronache 1 23, 22)

  • Morì in prospera vecchiezza, sazio di giorni, di ricchezza e di gloria. Al suo posto divenne re Salomone. (Cronache 1 29, 28)

  • Il re Roboamo mandò Adoram, preposto ai turni di lavoro, ma gl'Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Il re Roboamo si affrettò a salire sul carro per fuggire in Gerusalemme. (Cronache 2 10, 18)

  • Durante la vita di Abia, Geroboamo non poté riprendere forza; Dio lo colpì ed egli morì. (Cronache 2 13, 20)

  • Asa si addormentò con i suoi padri e morì nell'anno quarantesimoprimo del suo regno. (Cronache 2 16, 13)

  • La battaglia infuriò in quel giorno; il re d'Israele fu sorretto in piedi sul carro di fronte agli Aramei fino a sera, quando morì al momento del tramonto del sole. (Cronache 2 18, 34)

  • Andò avanti così per due anni; alla fine del secondo anno gli uscirono fuori le viscere per effetto della malattia e morì in mezzo ad atroci sofferenze. Il suo popolo non gli fece un rogo, come si era fatto per i suoi padri. (Cronache 2 21, 19)

  • Ioiadà, invecchiatosi, morì sazio di giorni. Aveva centotrent'anni quando morì. (Cronache 2 24, 15)

  • I suoi servi lo tolsero dal carro e fattolo salire su un altro carro, lo condussero a Gerusalemme, dove morì. Fu sepolto nei sepolcri dei suoi padri. Tutto Giuda e Gerusalemme presero il lutto per Giosia. (Cronache 2 35, 24)

  • La terza decima la davo ogni tre anni agli orfani, alle vedove ed ai proseliti aggregati ad Israele. La consumavamo insieme secondo la prescrizione della legge di Mosè concernente le decime e secondo le istruzioni date da Debora, madre di Anàniel, nostro nonno, perché mio padre morì lasciandomi orfano. (Tobi 1, 8)


“É doce o viver e o penar para trazer benefícios aos irmãos e para tantas almas que, vertiginosamente, desejam se justificar no mal, a despeito do Bem Supremo.” São Padre Pio de Pietrelcina